E' valido il regolamento europeo che disciplina la messa in vendita dei
prodotti derivanti dalla foca. La conferma arriva dal Tribunale Ue,
secondo cui "il legislatore ha armonizzato tali norme al fine di evitare
turbative nel mercato" europeo, respingendo così il ricorso presentato
da diverse associazioni, di cui alcune legate al gruppo etnico degli
Inuit.
Il diritto dell'Unione tutela infatti gli "interessi economici
e sociali fondamentali delle comunità Inuit che praticano la caccia
alla foca" e autorizza l'immissione sul mercato dei prodotti da questa
derivati "solo quando provengono dalla caccia, tradizionalmente
praticata a fini di sussistenza". Di conseguenza vieta l'immissione e
l'importazione sul mercato Ue dei prodotti derivati dalla foca ma
autorizza il loro ingresso, deposito, trasformazione o fabbricazione
"qualora questi siano destinati all'esportazione e non siano mai messi
in libera pratica nel mercato" dei 27. Il diritto europeo autorizza
anche l'importazione dei prodotti derivati dalla foca, se cacciata in
modo regolamentato, solo quando è di "natura occasionale" e riguarda
esclusivamente merci per uso personale.
La Inuit Tapiriit Kanatami,
associazione che rappresenta gli interessi degli Inuit canadesi, insieme
ad altri produttori e commercianti di diverse nazionalità per la
maggior parte non appartenenti alla comunità Inuit, hanno invece
impugnato il regolamento di attuazione, ritenendo illegittimo quello di
base.
Ma per Lussemburgo quest'ultimo è "volto a migliorare le
condizioni di instaurazione e di funzionamento del mercato interno
stabilendo norme armonizzate per l'immissione sul mercato dei prodotti
derivati dalla foca", prendendo in considerazione al contempo la tutela
del benessere degli animali. Questo scopo non può quindi essere
realizzato mantenendo in piedi legislazioni nazionali divergenti ma solo
tramite un'azione comunitaria a livello Ue. Da qui la decisione del
Tribunale Ue di respingere il ricorso.
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